Gli aforismi sono virali, nella prassi del social networking.
Frasi sintetiche e lapidarie in cui ognuno di noi riconosce un brandello della propria vita.
Friedrich Nietzsche e Oscar Wilde, tanto per citare i più inflazionati, sono soliti rimbalzare sulle bacheche degli user meno originali, per riempire di senso il loro bisogno di scrivere, anche quando non c’è nulla da dire.
Oggi voglio ricordare un vero maestro dell’aforisma, che scomparendo ha consacrato la fine di un’epoca nella cultura pop del nostro paese.
Vujadin Boskov, icona di un calcio verace.
Mister di un Vialli ancora magro e di uno straordinario Beppe Dossena, che a giocate ragguardevoli affiancava senza imbarazzo le proprie maniglie dell’amore.
Lo ricordano tutti con rimpianto: i sampdoriani come me che nel suo sorriso vedono l’immagine di un’infanzia in festa, ma anche i nemici di parte genoana e tanti calciatori contemporanei, che non possono fare a meno di rendere omaggio alla storia.
Come Mirko Vucinic, uno dei più attivi sui social media, che non manca di ricordare il tecnico serbo dal suo profilo Twitter.
Ciao #Vuja maestro di calcio e di simpatia! #Boskov pic.twitter.com/CCYY1VTnnS
— Mirko Vucinic (@MirkoVucinic) 27 Aprile 2014
Un comunicatore virale in un’epoca in cui i “viral media” ancora non esistevano.
Un uomo che aveva intuito gli ingredienti sostanziali della viralità, non mancando mai di inserirli in ogni suo intervento: la sincerità, il rispetto per l’interlocutore, l’emozione, l’ironia.
Oggi #Vuja è un trend topic e la sola ragione per cui questo accade è la straordinaria spontaneità che Boskov ha saputo trasmettere in vita.
In fondo le regole del social media marketing sono regole di buon senso nella gestione delle relazioni umane, per acquisire le quali non ci sono corsi o master che tengano, se non si ha una squisita predisposizione allo stare al mondo.
Ciao Vuja, ci mancherai.